Tragedia a Roma: ambulante senegalese muore in strada
Nella tarda mattinata di domenica 2 febbraio, una tragedia ha colpito il quartiere di via Pescaglia, a Roma. Un ambulante abusivo, cittadino senegalese di 61 anni, si è improvvisamente accasciato al suolo dopo aver accusato un malore. I passanti hanno immediatamente allertato i soccorsi, ma nonostante l’intervento tempestivo dei sanitari del 118, per l’uomo non c’è stato nulla da fare. La sua morte ha scosso profondamente la comunità locale, suscitando interrogativi sulle condizioni in cui vivono e lavorano molti ambulanti senza autorizzazione.
Secondo le prime ricostruzioni, il 61enne stava camminando lungo via Pescaglia quando, giunto all’altezza di via Fauglia, si è sentito male. Alcuni testimoni hanno raccontato di averlo visto barcollare prima di crollare a terra. I sanitari del 118, accorsi immediatamente sul posto, hanno tentato di rianimarlo, ma ogni sforzo si è rivelato vano. L’uomo è deceduto sul marciapiede, sotto gli occhi attoniti di chi si trovava nei paraggi. Nel frattempo, la polizia locale è giunta per avviare i rilievi e raccogliere testimonianze utili a chiarire la dinamica dell’accaduto.
Poco distante dal luogo della tragedia, precisamente in via della Magliana 233, gli agenti del IX gruppo Marconi della polizia locale di Roma Capitale hanno rinvenuto una busta contenente borse e cinte. Non si esclude che gli oggetti appartenessero all’uomo e che fossero destinati alla vendita in strada. La merce è stata sequestrata per ulteriori accertamenti, mentre si cerca di ricostruire gli ultimi momenti di vita dell’ambulante. Resta ancora da chiarire se l’uomo fosse già seguito dai controlli delle forze dell’ordine per la sua attività.
La vicenda ha riacceso il dibattito sulle difficili condizioni in cui operano molti venditori ambulanti senza licenza, spesso costretti a lavorare in situazioni precarie e senza alcuna tutela sanitaria. Non è raro che queste persone siano soggette a lunghe camminate per evitare i controlli o a stress prolungati per la paura di sanzioni e sequestri della merce. Tutti fattori che potrebbero aver inciso sulle condizioni di salute del 61enne, rendendolo più vulnerabile a un malore improvviso.
Il decesso dell’ambulante ha sollevato anche questioni di carattere sociale ed etico. Molti residenti e associazioni hanno espresso vicinanza alla comunità senegalese e chiesto maggiore attenzione alle condizioni di vita dei lavoratori irregolari. Alcuni attivisti hanno sottolineato la necessità di politiche di inclusione che possano offrire alternative lavorative a chi si trova in difficoltà economica. La sua morte, avvenuta in pieno giorno e in una zona trafficata, rappresenta un monito sulla fragilità di chi vive ai margini della società.
Le autorità continuano a indagare per stabilire con certezza le cause del decesso e verificare eventuali responsabilità. Nel frattempo, la comunità locale si interroga su come prevenire simili tragedie in futuro, affinando controlli e strategie di sostegno per i lavoratori più vulnerabili. La morte dell’ambulante senegalese ha lasciato un segno indelebile, ricordando a tutti la necessità di affrontare con maggiore sensibilità il tema del lavoro precario e delle condizioni di vita degli immigrati.
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