Il bambino che sopravvisse ad Auschwitz

Mi chiamo Oleg: un racconto di dolore e speranza

Un’infanzia spezzata dalla guerra – La vita di Oleg Mandić cambiò radicalmente quando, nel 1944, venne deportato ad Auschwitz insieme alla madre e alla nonna. Il libro “Mi chiamo Oleg. Sono sopravvissuto ad Auschwitz”, scritto con Filippo Boni, racconta con crudezza e profondità il dramma della Shoah visto attraverso gli occhi di un bambino.

La storia di Oleg Mandić tra dolore e speranza.Un racconto per non dimenticare la Shoah. La testimonianza di Oleg Mandić nelle scuole. Un libro per ricordare gli orrori di Auschwitz.
Un sopravvissuto alla furia nazista racconta la sua storia.

La memoria storica raccontata da un sopravvissuto

La persecuzione contro la sua famiglia – Mentre suo padre e suo nonno combattevano tra le file partigiane, Oleg e i suoi familiari rimasti in Istria subirono la ritorsione dei nazisti. La deportazione non fu solo un atto di crudeltà, ma un preciso piano di repressione contro coloro che resistevano all’occupazione.

Auschwitz: il terrore e la sopravvivenza – La vita nel campo di concentramento era segnata dalla paura, dalla fame e dalla costante minaccia di morte. Oleg, ancora bambino, dovette affrontare situazioni impensabili per la sua età. Il libro descrive con intensità la sua lotta quotidiana per la sopravvivenza.

L’attesa della libertà – Quando il campo fu liberato dall’Armata Rossa il 27 gennaio 1945, Oleg fu tra gli ultimi a uscire. La sua liberazione, però, non significava la fine delle sofferenze. Il ritorno alla normalità fu lungo e difficile, segnato dalla perdita e dalla necessità di ricostruire la propria vita.

Un testimone per il futuro – Nonostante il dolore, Oleg ha scelto di dedicare la sua vita alla memoria della Shoah. Attraverso il suo libro e i suoi incontri con giovani di tutto il mondo, ha portato un messaggio di pace e di speranza, insegnando l’importanza della memoria storica.

Un libro per non dimenticare – “Mi chiamo Oleg. Sono sopravvissuto ad Auschwitz” non è solo il racconto di una tragedia, ma anche una testimonianza essenziale. Leggerlo significa confrontarsi con una pagina oscura della storia e ricordare l’importanza di costruire un mondo senza odio e discriminazione.

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